Quella volta che il mondo girò troppo velocemente le curve di Meleta (liberamente ’84).

controcorrente

Agosto, anno domini 2019: il Favi riemerge come la Fenice dallo splendido ed isolato isolamento delle Terre di Meleta doc e, con fare sonnolento ma deciso, si affaccia sulla terrazza che apre sulla landa sconfinata di Maremma.

Sono già le ore 27.30 di questo finevredì e tra poco inizierà il secondo weekend del mese di agosto. E’ vero, non è semplice cambiare le abitudini delle 24 ore al giorno e dei sette giorni della settimana, però anche Meleta si sta piano piano adattando.

Sì perchè oramai da un paio di mesi è entrata in vigore la nuova direttiva del Governatore del Tempo Mondiale, lo scozzese Murray Flik Flak, che ha suddiviso esteso la giornata in 32 ore ed ha aumentato i giorni della settimana (che adesso si chiama naturalmente ottomana) da sette a otto istituendo appunto il finevredì che sta tra il venerdì ed il sabato.

Questo cambiamento si è reso necessario, secondo il Governatore, per seguire le dinamiche sociali ed economiche mondiali che viaggiano troppo velocemente: è come se con questo giorno in più e con le ore al giorno aumentate si sia deciso di cercare di rallentare lo sviluppo del nostro mondo conosciuto. O per lo meno di spalmarlo.

I primi tempi, qui a Meleta, non sono stati semplici ed infatti capitava spesso di non essere d’accordo sull’ora e talvolta anche sul giorno e da qui nascevano infinite discussioni tra chi era favorevole alla riforma e chi avrebbe invece fortemente voluto un ritorno al vecchio tempo.

Persino nei media generalisti ci sono ancora centinaia di salotti nei quali si discute del cambio del tempo ed addirittura c’è chi non ha ancora acquistato il nuovo Macrophone Iebell’ dell’azienda lussemburghese Bauerenhaff che ha acquisito la licenza monopolistica globale per realizzare il primo cellulare con il nuovo tempo.

Vabbè, ognuno fa e pensa come vuole. Quello per ora si può sempre fare.

E’ indubbiamente vero, viviamo in un mondo ed in un momento storico molto delicato per tante, troppe situazioni che chiamano ognuno di noi ad una vera e propria presa di coscienza che avremmo dovuto già fare ieri ma che possiamo anche fare ora, adesso, stasera (anche se sono già le 27.45). Insomma, meglio oggi che domani.

La direttiva del Governatore del Tempo non sarà però poi tanto efficace se i nostri top player non si danno una svegliata.

Ed è per questo che The Meletian (mensile culturale in lingua inglese a cura di FaviFranco Editore), lo scorso mese ha messo in allarme i suoi lettori.

Nello specifico The Meletian recitava così (un estratto):
“E’ maturo il momento per riprendere in mano il nostro futuro, la nostra Terra e soprattutto la nostra mente.
Il paradosso del virtuale dove tutto è a portata di mano ma niente ci appartiene sta piano piano, giorno dopo giorno, usurando le nostre menti.
Perchè si parte proprio da qui: la nostra mente, il nostro cervello è talmente bombardato di informazioni che è sempre più difficile approfondire argomenti, approfondire conoscenze, approfondire le persone.
Rapporti veloci, considerazioni accelerate, rapidi cambi e vorticose discese e salite.
E’ vero che mancano dei modelli positivi ai quali poterci in qualche modo ispirare: purtroppo la corsa all’oro digitale (apparizione e consensi, bellezza e consensi, slogan e consensi) sta impoverendo le nostre risorse critiche, le nostre risorse di conoscenza”.

Il discorso sarebbe lungo, lunghissimo, ma questa sera sulla terrazza di Meleta tira una piacevole brezza estiva che lascia comunque ben sperare per questo finevredì.

Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo. (Mahatma Gandhi)

Vita semplice, pensiero elevato.